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Viaggio aziendale per fare team building: i vantaggi

Una buona azienda si riconosce da molti fattori. Da come amministra e organizza il lavoro, dall’immagine che è in grado di dare, dal tipo di servizio che offre, ma uno dei fattori più rilevanti è come tratta il personale impiegato. Nel trattamento non è incluso solo il trattamento economico, che deve essere proporzionato e allineato ai rispettivi Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro, ma anche il trattamento accessorio, la possibilità di garantire la salute fisica e psicologica del lavoratore e la cura della motivazione e del morale dei propri impiegati: è proprio in questa parentesi che si inserisce il viaggio aziendale per fare team building.

I vantaggi di fare un viaggio aziendale

Si parla spesso di team building, ossia dell’operazione per mezzo della quale dei colleghi di lavoro, che ovviamente come tutti gli esseri umani hanno idee e aspirazioni diverse, possano fondersi in un’unica squadra nell’interesse comune e dell’azienda sul posto di lavoro. Quale modo migliore per farlo se non attraverso un viaggio aziendale?

I dipendenti si sentiranno, in primo luogo, premiati e importanti per il lavoro che svolgono. Questo potrebbe essere un dato importante che li fidelizza all’azienda. Potranno, ad esempio decidere di non lasciarla, anche in seguito ad una proposta più allettante di un competitor, proprio per non perdere la possibilità di far parte di quel team. O anche banalmente perché si è sentito gratificato dall’opportunità che gli è stata messa a disposizione.

Ancora, fare un viaggio fra colleghi può far nascere delle sintonie che, in ufficio invece, difficilmente accadrebbero. Questo cosa comporta? Che si tenderà meno a pensare solo al proprio orticello e a sviluppare una mentalità di gruppo. In cui se non riesci a provvedere tu, lo faccio io e tu farai lo stesso per me. Questo è un vantaggio competitivo gigantesco.

Un investimento, non diverso dall’acquisto di azioni

Questa operazione può essere considerato un vero e proprio investimento. Solo che anziché avere un outcome prettamente monetario, questo è sul capitale umano dell’azienda e, di conseguenza sulla produzione, sulla motivazione dei dipendenti e poi sul fatturato dell’azienda. 
Peraltro se a spaventare può essere il costo di sostenere un viaggio per molte persone, va considerato che non è necessario affatto prenotare in alta stagione in posti frequentatissimi. Anzi in realtà per fare un viaggio di lavoro, questa è la soluzione più sconsigliata.
Il viaggio aziendale non deve diventare un surrogato della vacanza con la famiglia.

Può invece essere un’ottimizzazione di risorse un viaggio aziendale in bassa stagionecoincidente con le necessità dell’azienda, periodi magari in cui il lavoro è più calmo – anche un weekend, durante il quale svolgere attività interessanti, divertenti, appassionanti. Escursioni, trekking, parchi naturali sono degli esempi validissimi. Il contatto con la natura aiuterà certamente a sganciare, anche un pochino, la concezione del lavoro alla grigia routine quotidiana di smog, ufficio, cemento e città.

Come decidere meta, attività, viaggi?

Tutto ciò va ovviamente contemperato all’esigenze non solo dell’azienda ma anche dei dipendenti. A loro cosa piace? Cosa potrebbe farli sentire gratificati?
Chi ha detto che i meeting devono essere solo incentrati su tematiche di lavoro?
Si può anche convocare il personale per decidere insieme come dirigere il budget al fine di far divertire tutti e di migliorare il clima e l’umore degli impiegati.

Un impiegato demotivato, stressato e schiacciato sarà sempre meno produttivo di un impiegato soddisfatto, felice, adeguatamente trattato e valorizzato per il lavoro che svolge.

Una verità che tantissimi datori di lavoro, purtroppo, dimenticano per strada.

 

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