Ancora passi in avanti, nel nostro Paese, riguardo l’impiego di automezzi elettrici e la riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera.
Qualche settimana fa, infatti, è avvenuto il “battesimo” degli Alfabus per l’Italia con la prima consegna nel cremonese, celebrata con la presentazione dei primi bus targati Arriva per il trasporto pubblico locale.
L’evento è avvenuto alla presenza dell’amministratore delegato Arriva Italia, Angelo Costa, del sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, e dell’assessore alla mobilità, Simona Pasquali.
Il modello protagonista di questa piccola rivoluzione è l’Ecity L12: 12 metri classici, realizzati dall’azienda cinese (attualmente produttrice di circa 3mila autobus all’anno) con il know-how europeo di Arriva in quanto ad ingegneria e componentistica. Si stima che possa caricarsi completamente in circa sei ore, con un’autonomia garantita per oltre 200 chilometri.
Gli obiettivi
Si tratta di un processo graduale, questo dell’inserimento di veicoli green nella flotta cremonese, che al momento identifica più che altro una sorta di sperimentazione iniziale: questo test – realizzato attraverso i 2 bus appena arrivati – aiuterà a raccogliere dati funzionali alle strategie future da intraprendere in ottica di riduzione delle emissioni.
D’altro canto, Cremona non è nuova a queste soluzioni: nel 2017, l’azienda per la mobilità “KM Cremona” aveva acquistato già ben 9 mezzi di ultima generazione Euro VI, con consumi contenuti ed emissioni ridotte.
Ma non è tutto.
Stando a quanto dichiarato da Costa, “la fornitura di energia elettrica per soddisfare i fabbisogni aziendali, inclusa la ricarica dei bus elettrici, sarà certificata da fonti rinnovabili, per una città ancora più green“.
In effetti, introdurre autobus elettrici su un suolo urbano significa dover anche garantirne la ricarica e, infatti, si sono resi necessari degli interventi sull’attuale deposito di Cremona per dotarlo di punti di alimentazione per la ricarica di almeno 100 kW.
Insomma, la città lombarda si appresta a diventare sempre più ecologica, facendo da apripista, con le esperienze che maturerà, per tutti gli altri comuni italiani che dovranno conformarsi alle direttive europee in materia ambientale.